Le Navi Romane, Tipologia,tecniche di costruzione,glossario

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KyrosMa
view post Posted on 26/10/2008, 16:22 by: KyrosMa




TECNICHE DI COSTRUZIONE

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L' Ossatura principale dello scafo e' costituito dalla:
a) chiglia , lunga trave di sezione rettangolare o quadrata, sistemata nella parte più bassa dello scafo, che costituisce l'elemento longitudinale principale e più robusto dello scafo che corre da prua a poppa(n.1)(nelle navi romane potevano essere affiancati piu' assi di legno);
b) costole,dette anche ordinate, che sono incastrate trasversalmente sulla chiglia. Esse, nella parte centrale dello scafo assumono una forma simile ad una U, mentre man mano che si procede verso prua e verso poppa, si rastremano assomigliando ad una V. La parte più bassa delle costole, quella che si incastra sulla chiglia, prende il nome di madiere (indicato dal n.2 nel disegno sottostante), le due parti curve che seguono il madiere prendono il nome di ginocchio o staminale (n.3).Le due parti pressochè verticali, che si trovano al di sopra dei ginocchi, sono chiamate scalmi (n.4).
c) Le costole vengono tenute salde sulla chiglia da un'altra trave longitudinale sistemata al di sopra dei madieri, chiamata paramezzale(n.6)
d) A prua e a poppa la chiglia si incastra con altri due pezzi strutturali che sono chiamati genericamente dritto di poppa e dritto di prua o tagliamare. Il primo è pressochè verticale . Il dritto di prua è più o meno inclinato in avanti ed è raccordato alla chiglia con un altro pezzo curvo, chiamato ruota di prua.
e)Sulla faccia interna degli scalmi delle costole sono incastrate delle travi longitudinali denominate dormienti (n.20). Queste hanno lo scopo di offrire il sostegno a quelle travi trasversali, leggermente convesse, chiamate bagli (n.5), sulle quali viene fissato il fasciame del ponte (N.17). I bagli sono tenuti saldamente al dormiente mediante un'altra trave longitudinale che viene disposta sopra le teste dei bagli e che è detta trincarino (n.21). All'interno dello scafo, fissate longitudinalmente alle costole, vi sono delle altre travi che hanno il compito di irrobustire longitudinalmente lo scafo e che prendono il nome di serrette (n.9).Serrette e ordinate costituiscono l'armatura della nave sulla quale viene applicato il fasciame esterno.
Sul fondo dello scafo, tra il paramezzale e le più basse serrette, viene sistemato un tavolato orizzontale, amovibile, che costituisce il piano di calpestio interno allo scafo. Questo tavolato prende il nome di pagliolato (n.18), mentre lo spazio compreso tra questo e il fondo dello scafo si chiama sentina (n. 19); in questa si raccolgono tutti i liquidi che, per una qualsiasi ragione, dovessero infiltrarsi nello scafo. Per questo motivo, sotto i madieri, sono praticati dei fori, che consentono all'acqua eventualmente imbarcata di poter liberamente scorrere, in modo che possa essere raccolta nella sentina. Questi fori sono detti bisce
La linea di galleggiamento, cioe' la linea lungo la quale la superficie dell'acqua lambisce la nave (e che varia secondo il carico), divide lo scafo in due parti: quella superiore, detta opera morta, e quella inferiore, detta carena o opera viva. I ponti si estendono da prua a poppa; il piu' elevato, che chiude lo scafo, si chiama coperta. Le aperture praticate nei ponti per accedere allo spazio sottostante si chiamano boccaporti, oppure, se servono solo per dare luce, osteriggi. Anche nelle murate possono essere praticate aperture a chiusura ermetica: gli oblo' e i portelloni di carico. Lo spazio interno sul fondo della nave e' detto sentina; quello soprastante nelle navi mercantili e' detto stiva ed destinato ad accogliere il carico.

Sperando che non vi siate suicidati l'architettura delle navi romane era molto simile a questa descrizione e si procedeva o partendo dalla chiglia e dall'ossatura interna(ordinate, un po' come la colonna vertebrale dalla quale si dipartono le ossa costali)sulla quale veniva applicato il fasciame oppure veniva costruito prima il guscio esterno e successivamente rinforzato all'interno con le travi disposte obliquamente a quelle esterne(quindi navi a doppio fasciame o addirittura a triplo fasciame).Le assi del fasciame esterno o erano inchiodate (Le chiodature sulle ordinate venivano eseguite con lunghi chiodi piegati e ripiegati in tre sensi. Per evitare l'ossidazione, i chiodi venivano battuti non nel legno del fasciame ma su di una specie di tappo di legno dolce che chiudeva il foro pu' largo predisposto per ricevere il chiodo stesso) oppure eranno tenute insieme mediante la tecnica del "tenone e della mortasa" cioe' in un asse di legno veniva scavato un incavo(la mortasa) nella quale si adattava una sporgenza opportunamente intagliata dell'altra (il tenone).I tenoni venivano bloccati da "spinotti" di ferro.In questo modo, le tavole del fasciame potevano mantenere la forma desiderata e il guscio acquistava un'eccezionale solidita' grazie ai numerosi collegamenti interni.
(in questo foto ho cercato di rendere l'idea ma non saprei se effettivamente le assi venivano collegate in questo modo
SPOILER (click to view)
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Per quanto riguarda l'impermeabilizzazione si ricorreva a sostanza cerose e resinose ,ricavate forse dall'incisione degli alberi di pino o abete(oppure il legno, fatto a pezzi, si metteva a scaldare in fornaci con il fuoco acceso tutt’intorno, all’esterno. Un primo liquido cola come acqua da un canale e ha veniva utilizzato in in Egitto per imbalsamare ;il liquido che cola dopo questo è più denso e fornisce la pece liquida che, versata in caldaie di bronzo, viene fatta addensare, usando l’aceto come coagulante).L'interno dello scafo veniva tutto impermeabilizzato mentre esternamente solo la parte immersa nell'acqua.Le fiancate al di sopra della linea di galleggiamento erano dipinte a base di sostanze cerose o resinose.Le intercapedini tra le tavole del fasciame erano sigillate con fibre vegetali spesso canapa o stoppa,impregnate dello stesso materiale impiegato per l'impermeabilizzazione(calafataggio).Un altro metodo era l'applicazione di stoppa su tutte le tavole spalmate di minio di ferro. Sulla superficie cosi' preparata si stendeva un tessuto di lana imbevuto di sostanze impermeabili e sopra il tutto fogli di piombo fissati con una fittissima serie di piccoli chiodi di rame a testa larga, coronata di punte interne.

Per quanto riguarda la piegatura del legno si procede a fuoco vivo per piegare le tavole del fasciame scaldando solo la parte destinata alla piega oppure la classica (e piu' veloce) "bollitura" delle tavole lasciate in acqua calda per 24/48 ore ;il legno cosi' ammor bidito viene fissato su delle "forme" che fungono da stampo.Tuttavia questa tecnica puo' intaccarne la fibra e la resistenza.

La vela di lino o cucendo fianco a fianco vari teli di canapa (i ferzi), rinforzata con corde al suo perimetro e teli doppi nei punti di maggiore sforzo, veniva legata con numerosi lacci taurini alla lunga asta dell'antenna, che a sua volta, mediante legacci sempre di cuoio, è fissata alla parte terminale dell'albero della nave. Quest'ultimo, viene mantenuto fermo, oltre che dal suo piede posto nell'apposito incastro, da due grosse funi, (sàrte o sàrtie) che si dipartono rispettivamente da prua e da poppa. Le corde (scotte) ,una a destra e una a sinistra(poggia e orza), legate agli angoli inferiori della vela, servono a distenderla al vento. Il materiale usato per le sàrtie e le scotte è costituito da budella taurine intrecciate ritorte.L'intera attrezzatura velica è completamente smontabile, essa viene tolta quando lo scafo è tirato in secco, oppure quando, per bonaccia di vento, si ricorre alla sola forza dei rematori, quando infuria una tempesta o nelle operazioni militari. Nei casi in cui 'attrezzatura deve essere montata si procede incastrando il piede dell'albero nell'apposito alloggio, posto sulla trave di chiglia presumibilmente su una trave trasversale a quella di chiglia è poi stabilizzato dalle due sàrtie già descritte.

L'ancora era lo strumento di bordo piu' importante e, di solito, ogni nave ne possedeva piu' di una di diverse dimensioni.Era costruita in legno con ceppo di appesantimento in piombo oppure interamente in ferro.

Per quanto riguarda i tipi di legno utilizzati si sa che la chiglia e il paramezzale erano in quercia/pino/abete; i madieri in noce ed il fasciame in abete/olmo/noce; per l'ossatura interna, l'acacia; per il ponte e per le ordinate, betulla/faggio .L'abete e' utile anche per alberature, pennoni e piccole lavorazioni di bordo.



Glossario

A

Albero :L’albero di una nave costituisce la struttura destinata a sorreggere la velatura. Normalmente verticale o leggermente inclinato verso poppa, è individuato, in base alla posizione longitudinale da prua a poppa, come albero di trinchetto, albero di maestra e albero di mezzana

Ancora : Strumento che, facendo presa sul fondo marino, impedisce ad una nave di spostarsi per effetto delle correnti, del moto ondoso, del vento o di qualsiasi altro fattore accidentale.

Ammainare :Far scendere un oggetto qualunque sospeso da una cima o da una catena. Lo si adopera per le vele, per i pennoni, per le imbarcazioni, per le bandiere, per le balle di merce, ecc.

Antenna :Nome specifico della parte dell’alberatura alla quale è superiormente inferita una vela latina. E’ posta trasversalmente all’albero, inclinata, con la parte più in basso (carro) verso prora a quella più in alto (penna) verso poppa. Porta inserita, per il suo lato più lungo, una vela latina.

B

Beccheggio, beccheggiare :Il movimento di oscillazione di una nave, per effetto delle onde del mare, nel senso longitudinale sollevando alternativamente la prua e la poppa.

Babordo : Termine usato per indicare il lato sinistro della nave e distinguere la posizione di qualunque cosa a bordo (in coperta a babordo..., ancora di babordo..., ecc.). Corrisponde alla sinistra di chi è rivolto verso prora.

Baglio : Elemento strutturale arcuato degli scafi che sostiene il ponte (nelle navi minori esclusivamente quello di coperta) e che collega le murate tra loro. Negli scafi in legno è costituito da una trave a sezione rettangolare ed è generalmente disposto in corrispondenza di ogni ossatura.

Bagnasciuga : E’ quella parte della superficie esterna della nave delimitata superiormente dalla linea di galleggiamento a pieno carico e inferiormente dalla linea di galleggiamento della nave scarica.

Boccaporto : Propriamente, apertura, in genere quadrangolare, fatta nel ponte di coperta per consentire l'accesso e il carico nei locali sottostanti

C

Calafataggio : Operazione con la quale, al momento della posa in opera del fasciame o delle tavole del ponte di una nave, veniva eseguito il riempimento delle giunzioni tra elementi in legno. Venivano utilizzate filacce ritorte (o stoppa) imbevute di pece, inserite a forza con speciali scalpelli nelle giunzioni del fasciame (comenti) per renderle stagne, senza tuttavia togliere loro l’indispensabile elasticità.

Carena : La parte inferiore e immersa di una nave detta anche opera viva. La forma e la linea della carena influenzano non poco le qualità dello scafo, con riguardo alla galleggiabilità, alla stabilità, alla manovrabilità e alla resistenza al moto ondoso.

Cambusa -cambusiere :La cambusa è il deposito dei viveri. Il cambusiere è il consegnatario dei viveri.

Carenaggio :Operazione con la quale si porta una nave completamente in secco per eseguire la pulizia e la protezione della carena. Veniva eseguita un tempo con pece spalmata o con un rivestimento di sottili lastre di rame.

Chiglia : Elemento strutturale fondamentale di ogni costruzione navale posto nel senso longitudinale dello scafo e appartenente alla struttura del fondo; è costituito da una trave, o da una serie di travi saldamente connesse, che sotto alla carena, si estende dalla ruota di prua al dritto di poppa e sostiene i madieri delle coste trasversali. Talvolta è rinforzata da una struttura collocata al di sopra, detta controchiglia. Negli scafi di legno è costituita da una grossa trave stagionata.

Cima : Denominazione marinaresca generica di ogni fune o corda di fibra vegetale che abbia un diametro di media dimensione. Per quelle più piccole si usa il termine sagola.

Costa (Costola) : Ciascuno degli elementi resistenti fondamentali della struttura trasversale di ogni scafo che, opportunamente distanziati, contribuiscono a dare forma e robustezza allo scafo. Nelle costruzioni in legno si componeva di quattro pezzi, denominati dal basso verso l’alto: madiere, staminale, scalmo e scalmotto. Le coste (o costole), sempre molto numerose, sono disposte perpendicolarmente alla chiglia, formando una curva larga.

D

Darsena :Specchio d'acqua interno ad un porto, generalmente banchinato e attrezzato per il carico e lo scarico delle merci. Oggi ne è diffuso l'uso per scopi turistici.

Deriva :Scostamento di una nave dalla sua rotta quando viene investita da una corrente che non è parallela od opposta al suo moto. Si usa anche per indicare un galleggiante in balia del vento, del mare e della corrente: "alla deriva".

Dormiente :Grossa trave corrente all'interno lungo ogni bordo della nave, destinata al rinforzo delle murate e al sostegno del ponte di coperta. Punto fisso di una manovra prima di passare per bozzelli e cavatoie.

Dritta : Solo ed unico termine (mai destra) che si deve usare per indicare il lato destro della nave e distinguere la posizione di qualunque cosa a bordo (in coperta a dritta..., ancora di dritta..., ecc.). Corrisponde alla dritta di chi è rivolto verso prora. Si dice anche "tribordo".

F

Falla :Apertura nella carena prodotta da urto nella quale penetra acqua.

fasciame : Rivestimento strutturale esterno di ogni scafo. E’ collegato alle strutture di sostegno e reso a tenuta stagna mediante il calafataggio. Garantisce robustezza e impermeabilità allo scafo.

G

Ginocchio :Elemento della costruzione navale che, affiancato al madiere, forma il trave di fondo dell'ossatura negli scafi in legno di costruzione tradizionale. E' anche il raccordo fra il fianco ed il fondo della nave. E' anche la parte centrale del remo che trasmette il moto all'imbarcazione.

Gomena: E' un cavo torticcio generalmente di canapa, avente un diametro compreso fra 160 e 200 mm. Serve per ormeggio poppiero e, talvolta, per rimorchio.

I

Imbrogliare :L'operazione di raccogliere rapidamente le vele quadre a festoni mediante alcune funi predisposte, dette imbrogli per sottrarle all'azione del vento. Le vele auriche sono raccolte con imbrogli che ne contengono la discesa sul boma.

Issare :Alzare a mano, con sistemi funicolari, vele, bandiere, pesi, ecc. Issare a segno: sino al segno predisposto sul tirante. Issare a baciare: sino a portare i due bozzelli del paranco a contatto.

M

Madiere : Elemento della struttura trasversale di ogni scafo in legno costituito dal collegamento fatto immediatamente al di sopra della chiglia tra le costole dei due lati o tra i loro staminali, quando esse abbiano struttura composta. "Per madiere" significa disposto trasversalmente alla nave.

Murata: Nome generico e comprensivo del fianco della nave, con speciale riguardo alla sua parte emersa. Si usa l'espressione "a murata" per indicare che un punto o un oggetto è verso i lati

N

Nassa : Rete a cono, o gabbia della stessa forma, munita di una o più bocche. E' uno strumento da posta che viene collocato nei luoghi dove si concentrano diverse specie ittiche

Nodo : Unità di misura della velocità di un’imbarcazione, corrispondente al tempo impiegato per percorrere un miglio marino (metri 1852). La denominazione deriva dal funzionamento dell’antico solcometro a barchetta

O

Opera morta : La parte emersa dello scafo fino al ponte superiore con esclusione delle sovrastrutture.

Opera viva : La parte immersa dello scafo di una qualsiasi imbarcazione

Ordinata : Sinonimo moderno di costa, cioè ossatura dello scafo giacente nello stesso piano trasversale. Quella di maggiore larghezza è l’ordinata maestra, corrispondente alla sezione maestra della nave.

Ormeggiare : Uno o più mezzi di ritenuta di una nave affinché possa rimanere in una determinata posizione resistendo all’azione del vento e del mare.

Ormeggio : Ciascuno dei cavi o catene distesi e attestati per ormeggiare una nave.

Osteriggio :Copertura a lucernario posta sulle aperture del ponte che danno luce e aria ai locali sottostanti. Un tempo veniva detta anche "spiraglio".

P

Pagliolato : Il tavolato che ricopre il fondo di un'imbarcazione.

Paramezzale : Elemento strutturale longitudinale dello scafo della nave posto al di sopra della chiglia. E’ una trave sistemata sui madieri, collegata a rinforzo della chiglia e rinforzata superiormente con un altro elemento detto sopraparamezzale.

Paratia :Ognuno dei tramezzi verticali, di legno o di lamiera, che dividono lo spazio interno di uno scafo o delle sue sovrastrutture.

Passerella :Ponte stretto e leggero, dotato di battagliola, che collega i casseri e le altre sovrastrutture per facilitare il movimento
dell'equipaggio quando la coperta è investita da colpi di mare. E' anche un asse mobile, provvisto di ruote, che serve per far salire e scendere le persone quando la nave o l'imbarcazione è in banchina.

Pescaggio : si intende l'altezza della parte che rimane immersa nell'acqua e che intercorre quindi tra la linea di galleggiamento e il punto inferiore estremo della chiglia.

Ponte:Qualsiasi struttura continua che divida orizzontalmente una nave o ne copra lo scafo; in questo ultimo caso viene chiamato "ponte di coperta" o semplicemente "coperta". E’ costituito da elementi portanti trasversali (bagli) e longitudinali (anguille) e dal fasciame sovrastante ad essi.

Ponte di comando: Sovrastruttura elevata rispetto alle altre ed ubicata generalmente verso prora da dove il Comandante dirige la navigazione della nave nelle condizioni ottimali di visibilità e disponendo degli organi di governo (timone) e di guida (bussola).

Poppa: Dal latino puppis è l’estremità posteriore di una nave, opposta alla prua.

Prua: Estremità anteriore della nave conformata in modo da fendere l’acqua.

R

Remo : E’ una lunga asta di legno culminante ad un’estremità con una pala larga e piatta che funzione come una leva con fulcro nell’acqua, resistenza allo scalmo e potenza nell’impugnatura.

Risacca : Movimento di ritorno della massa d’acqua di un’onda che, infrangendosi su ostacoli naturali o artificiali, è fermata e respinta.

Rollio: Il movimento di oscillazione di una nave per effetto delle onde del mare nel senso trasversale sollevando alternativamente i due fianchi.

Rosa dei venti : Rappresentazione grafica entro un cerchio della direzione dei venti corrispondenti ai punti cardinali e intercardinali. Risulta dalla suddivisione in 360° del piano dell’orizzonte. Anticamente era divisa in otto parti, quattro cardinali e quattro intercardinali, che corrispondevano agli otto venti: tramontana (Nord 0°), Greco (Nord-Est 45°), Levante (Est 90°), Scirocco (Sud-Est 135°), Ostro o Mezzogiorno (Sud 180°), Libeccio (Sud-Ovest 225°), Ponente (Ovest 270°), Maestro (Nord-Ovest 315°).

S

Sartia : Cavo disposto lateralmente che serve a fissare gli alberi nelle imbarcazioni a vela.

Scafo : E’ il corpo di qualsiasi nave o natante. E’ costituito da due parti ideali: quella immersa (opera viva) che fornisce la spinta al galleggiamento e quella emersa fino al ponte superiore -escluse le sovrastrutture - (opera morta).

Scalmo : Nelle comuni imbarcazioni a remi o da pesca, è costituito da una caviglia, in genere di legno, infissa sul bordo, con la quale, mediante una legatura detta stroppo, i remi sono trattenuti in posizione utile per la voga.

Scandaglio : Strumento con il quale si misura la profondità del mare e si individua la natura del fondale: è costituito da un peso di piombo a forma di tronco di cono affusolato e cavo in modo da riportare in superficie campioni del fondo (piombino) del peso da 5 a 20 kg in relazione alla lunghezza della sagola e da una sagola marcata in braccia (1828,8 mm) o in metri

Scotta : Cavo di manovra, semplice o con paranco, utilizzato per tendere (bordare) gli angoli inferiori delle vele secondo la direzione del vento

Scheletro: Il complesso delle membrature dello scafo senza il fasciame. E' detto anche carcassa.

Sentina : E’ la parte inferiore interna dello scafo nella quale sono raccolte le acque di scolo che non possono essere avviate fuori bordo.

Stiva : Propriamente lo spazio compreso tra il più basso dei ponti di una nave e la sua sentina. Nelle navi mercantili è lo spazio destinato a contenere il carico.

Stoppa : Cascame della pettinatura della canapa, usato per il calafataggio degli scafi in legno.

T

Tagliamare : Spigolo anteriore del dritto di prua, chiamato così perché fende l’acqua con il moto della nave.

Timone : Organo direzionale dei natanti, generalmente costituito da una pala di forma rettangolare o leggermente trapezoidale nella parte immersa, che si restringeva con un breve raccordo nella parte emersa. Il timone è posto su un asse verticale e collegato con cerniere al dritto di poppa, ed è in grado di far compiere spostamenti angolari alla nave

Tribordo : Parola mutuata dal francese che significa dritta in contrapposto con babordo che significa sinistra.

V

Vela : Superficie di tela o di tessuto sintetico distesa sugli alberi in modo da utilizzare il vento come forza propulsiva. Le vele antiche erano costruite in tela olona; oggi sono usate fibre in poliestere in poliammide.

Z

Zavorra : Peso temporaneo o fisso imbarcato in posizione opportuna per correggere l’assetto di una nave o per assicurarle maggiore stabilità


FONTI
http://www.racine.ra.it/nonocircolo/classe...stor/flotta.htm

http://www.imperium-romanum.it/IR/legioni_...grom_flotta.htm

http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_981...ria_navale.html

http://www.itermaritimum.com/Orvieto/La%20...ta%20romana.htm

http://www2.rgzm.de/navis/Musea/Ostia/Fiumicino_Italiano.htm

http://www.webalice.it/cherini/Roma/roma.html

http://it.wikipedia.org/wiki/Marina_militare_romana

http://www.lcavour.it/Studenti/Ricerche%20...leia/G.navi.htm

Edited by KyrosMa - 23/8/2009, 21:12
 
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